martedì 20 gennaio 2015

Il Diavolo

Il libro "Il Diavolo" di Padre Raffaele Talmelli e Luciano Regolo (2014 Mondadori) è un testo molto intelligente che affronta il tema della seduzione diabolica. Non quella rara e spettacolare della possessione, che viene appena sfiorata, ma quella che rappresenta il vero pericolo per l'uomo: la tentazione quotidiana, quella in cui il Male ci sussurra all'orecchio le malefatte da compiere contro noi stessi, i nostri cari, il prossimo in generale, ben nascosto dietro la nostra schiena a manipolarci.

Magari siamo scettici e non crediamo al Diavolo, del resto anche la Chiesa ufficiale in tempi non troppo lontani bollava il Demonio come suggestione e superstizione. Si può anche credere che le malefatte arrivino direttamente dalla nostra mente dominata dalle passioni biologiche, ma - che arrivino da un fattore interno o esterno - controllarle è sicuramente un gesto di miglioramento e per questo motivo vale la pena provare a seguire il cammino di miglioramento che voglio condividere qui.

Ma prima è doveroso chiarire che il Demonio esiste eccome, e anzi grazie alla sua ingordigia non si è accontentato della tentazione ordinaria, subdola e silenziosa, ma ha voluto che gli fosse concessa anche quella straordinaria che è la possessione. Chi ha assistito ai rituali di liberazione sa bene che i demòni, per tramite del posseduto, non vogliono rivelarsi, non vogliono dire qual è il loro nome, mentono sul loro numero all'interno del malcapitato. Questo accade perchè si sentono scoperti e prendono coscienza che da lì a poco verranno scacciati. Ciò invece non avviene con la tentazione ordinaria e quotidiana a cui siamo sottoposti. Ma proprio grazie alla possessione straordinaria e alle imprese di cui i posseduti sono capaci, veniamo a conoscenza dell'esistenza del Diavolo e dei suoi demòni, esattamente come ci viene narrato nel Vecchio Testamento, nel Nuovo Testamento e dalla Madonna in tante apparizioni. E il non credere non ha più alcuna giustificazione razionale.

Sempre razionalmente provo a proporre una teoria di cui per il momento non ho riscontro, ma che ha una sua valenza logica. Si tratta di preparare una ricetta mettendo insieme alcuni ingredienti e la nostra esperienza umana:
  • quotidianamente una vocina nella nostra coscienza ci dice quali azioni sono giuste, quali meno giuste, quali totalmente sbagliate;
  • quotidianamente un'altra vocina ci dice «Ok è sbagliato, però nemmeno tanto, però lo fanno tutti, però ne ho bisogno, però è divertente...» spronandoci all'indulgenza verso noi stessi e le nostre malefatte;
  • la tradizione cattolica, a cominciare da San Pietro fino a Padre Pio, ci narra della presenza dell'Angelo Custode al nostro fianco.
Giovanni nell'Apocalisse dice: "'è stato precipitato l'accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte" (Ap 12,10). Al Giudizio di Dio ci sarà il vero «rendiconto» (Lc. 16, 2) inappellabile e giustissimo. E sant'Agostino ci dice che il demonio sarà il peggiore accusatore della nostra anima (cf. Ap. 12, 10). A tal proposito Padre Raffaele Talmelli propone una visione concreta del giorno della nostra morte: "«Signore - dirà il demonio - quest'anima non ha osservato i comandamenti della tua legge, ma della mia. Dammela, dunque, perché mi appartiene». Oseremo appena balbettare: «Signore, a seguire il demonio si faceva meno fatica; la tua legge è troppo dura...» «Non è vero, non è vero! - ci insulterà il demonio - Io ti facevo lavorare anche di domenica, mentre la legge di Dio ti concedeva il riposo. E tu lavoravi per me. Io ti facevo bere vino, anche quando non avevi più sete, e ti faceva male; con l'ubriachezza ti abbassai al di sotto delle bestie. Io ti comandavo di ballare, e tu, stanco da sei giornate di lavoro, ti sfinivi a ballare per farmi ridere. Io ti suggerivo un appuntamento equivoco, e tu lasciavi i tuoi anche se faceva freddo o pioveva o nevicava. Io ti dicevo di sprecare nei vizi tutti i tuoi sudori della settimana; e tu, che avevi paura di dare un soldo in elemosina, consumavi nei ritrovi, con gli amici, il sostentamento della tua famiglia. Altro che leggero il mio giogo! Eppure, tu l'hai preferito a quello di Dio...»."(*)


Questi ingredienti mi fanno pensare alla notoria immagine dell'angioletto e del diavoletto sulla spalla. A mio avviso, così come il Signore ci affianca l'Angelo Custode, allo stesso modo il Diavolo ci affianca un demone custode: entrambi si insinuano nella coscienza a suggerirci uno il bene e l'altro il male. Tocca a noi decidere liberamente se coltivare il bene, rinunciare, sopire la voce cattiva, oppure ridere delle disgrazie altrui, montare l'odio, gustare il pettegolezzo. Se qualche volta rinunciamo, il diavoletto accusatore avrà meno materiale da scrivere nel suo libro infame in cui tiene l'elenco di tutte le nostre malefatte da rinfacciarci al momento opportuno. Nel momento della tentazione ci basterà pensare alle grasse risate che si fa quando ci suggerisce una cattiveria e noi prontamente la mettiamo in atto.

E lo fa con strumenti logici e razionali, persino con argomenti teologici, come fece con Gesù nel deserto: "Se tu sei il Figlio di Dio, gettati giù di qui; perché sta scritto: «Egli comanderà ai suoi angeli attorno a te di custodirti. Ed essi ti sosterranno con le loro mani, affinché il tuo piede non urti contro alcuna pietra»" (Lc 4,9). Userà qualsiasi arma pur di spingerci all'indulgenza verso noi stessi, persino false apparizioni della Madonna o la concessione di doni speciali quali la chiaroveggenza.

Il Diavolo conosce bene la nostra natura sin dalla creazione di Adamo e, non potendo distruggere Dio, se la prende con le sue creature: l'umanità e la natura. L'azione malvagia, anche quella più lieve, viene perpetrata poichè ci concentriamo sul nostro desiderio (posticcio) o su di un altro particolare, e non sul valore dell'atto in se stesso: ci viene voglia della patata fritta della marca che ci piace (il desiderio, un particolare del gusto) e ne mangiamo 10 porzioni dimenticandoci che il cibo ha principalmente una funzione nutritiva. Da qui i vizi capitali, ovvero semplici necessità umane che, una volta scambiato il mezzo col fine, diventano vizi travestiti da necessità: la lussuria, l'ingordigia, l'avarizia, l'ira, etc non sono altro che lo stravolgimento dal soddisfamento di esigenze naturali quali sesso, nutrizione, proprietà, legittima difesa, etc. Nel momento in cui ci si concentra sul piacere, sull'egoismo, sulle endorfine, si smette di soddisfare la propria esigenza naturale traendone piacere e invece subentra il vizio, cioè la dipendenza dal piacere stesso. Tale dipendenza porta inevitabilmente all'ipertrofia dell'atto stesso per cui es. il cibo non è più un'esigenza naturale del corpo (la fame), ma diventa soddisfazione di un continuo desiderio scaturito dalla vocina del cervello, non richiesto dal metabolismo, che porta a conseguenze metaboliche che ben conosciamo, nonchè al deprezzamento del desiderio stesso, infine alla dipendenza e alla depressione per un desiderio infinito che non verrà mai totalmente soddisfatto. Quanto bene ci conosce Dio che ci ha fatti e che dettò a Mosè i comandamenti non certo per romperci le scatole...

Purtroppo nella natura umana c'è un senso di sospetto, di sfiducia (che è il contrario della fiducia, della fede) e il Diavolo lo sfrutta a suo piacimento. Sul pacchetto di sigarette c'è scritto che il fumo uccide, ma devo sperimentarlo di persona fumando, perchè il dottore è cattivo e non vuole la mia felicità. Successe la stessa cosa ad Adamo ed Eva nell'Eden: il Diavolo insinuò il sospetto che Dio avesse imposto il divieto di mangiare dall'albero del bene e del male perchè non volesse la loro felicità, che anzi loro sarebbero stati come Dio. E l'Uomo - libero nelle scelte per volere di Dio, ma ingenuo perchè semplicemente somigliante a Dio - ha abboccato.

Ancora oggi il Diavolo vuole farci credere che siamo come Dio, che possiamo capire le regole della Natura e manipolarle a piacimento: sappiamo perfettamente che possiamo farlo solo in parte, anche se il Diavolo ci distrae con nuovi progressi. Dall'altra parte c'è l'azione di discredito della Chiesa: il Diavolo ben sa che colpendo una persona consacrata fa esplodere una bomba di sfiducia verso la Chiesa e per questo motivo colpisce i soggetti più deboli del clero perchè provochino scandalo. Ma questo accade perchè, acculturati dalla televisione, abbiamo perso il vero senso dell'istituzione petrina: la Chiesa non è impeccabile, ma è infallibile, immune da insegnare errori, poichè è guidata dallo Spirito Santo e non certo dagli uomini (peccatori) che la compongono. Papa Francesco ribadisce il concetto che egli stesso è un peccatore "a cui Dio ha guardato". Il Diavolo gioca sulla confusione tra infallibile e impeccabile, ma sin dalla fondazione della Chiesa Gesù ne consegna le chiavi a Pietro e subito dopo lo sgrida col famoso "vade retro satana" (Mt 16,23). Proprio quel Pietro che prima che il callo canti lo rinnegherà 3 volte, come lo stesso Gesù aveva predetto (Mt 26,69 Mc 14,66 Lc 22,54). La Chiesa dei puri è un'aberrazione, che in passato provocò l'eresia giansenista e che va contro l'opera dello stesso Gesù, il quale scelse "Giuda l'Iscariota che poi lo tradì" (Mt 10,4) non solo come apostolo tra i 12, ma addirittura come tesoriere, pertanto dandogli piena facoltà di rubare o di redimersi. Ecco che in questa chiave si delinea il disegno di una Chiesa che vuol essere un seme, non un frutto maturo (cfr. Lc 8,11), fatto di persone con i propri difetti, come i 12 Apostoli che ebbero paura e fuggirono (Mc 15,50).

Un piccolo inciso merita il tentativo di ridurre la figura di Gesù ad una figura storica, profetica ma non miracolosa, insomma semplicemente un uomo e non il Figlio di Dio. In questo contesto, si parte dalla storicizzazione nel tentativo di negare la storicità della Resurrezione, dimenticando che la migliore testimonianza ce la danno i Vangeli. Innanzitutto tali teorie non spiegano come uno o più persone semplici e illetterate potessero inventare molti aspetti della vita santa e miracolosa di Gesù del tutto nuovi. In questo contesto anche la Resurrezione sarebbe un fatto del tutto nuovo: la prova sta nel fatto che durante la Vita di Gesù gli apostoli avevano fede in un Uomo che diceva di essere Dio, che dopo la Sua morte si dispersero e solo dopo la sua Resurrezione si ricompattarono a formare la prima comunità cristiana pronta al martirio pur di diffondere la Sua parola. Tutto ciò in perfetta aderenza con quanto Lui aveva chiesto loro solo dopo essere risorto. La realtà dei miracoli, delle Sue parole di Vita, della Resurrezione e della prima comunità cristiana costituita grazie a Pietro e Paolo sono una realtà così nuova e grande da essere superiore a qualsiasi immaginazione umana. Persino la conversione di Paolo, che non aveva nemmeno conosciuto Gesù, che da persecutore si fece perseguitare, anche lui portatore di parole nuove e di Vita, può essere ridotta a mera invenzione?

Tornando all'esempio del fumo, in una parola il dottore (la Chiesa) nella logica demoniaca è inaffidabile, o almeno ancora una volta è il mio vizio a dettarmi questo principio stupido, che invece un banalissimo ragionamento logico smonta in 2 righe. Del resto anche gli obesi sono schiavi del cibo, pur sapendo in modo perfettamente logico che rischiano la vita. Tornando ancora al fumo: il dottore potrebbe anche avere un interesse personale nel farmi smettere di fumare, ma il Ministero della Salute, che impone gli avvisi sui pacchetti di sigarette, invece dovrebbe avere un interesse a vendere più sigarette poichè si traducono nell'ingresso di maggiori accise per lo Stato. In realtà sappiamo tutti quali sono i danni mortali del fumo, ma ancora una volta è il nostro desiderio a prevalere. Allo stesso modo sappiamo tutti che non si ruba, che non si uccidono le persone, che bisogna rispettare i genitori, ma Dio lo ha dovuto scrivere su pietra e nonostante i 6000 anni trascorsi la cronaca ci insegna che succede l'esatto contrario. Il Diavolo ci manipola per distruggere noi stessi con i vizi, gli uomini tra di loro con l'ira, con la cattiveria, con l'invidia, col delitto, e ci adopera persino per distruggere la natura grazie alla leva del profitto.

L'altra caratteristica umana che il Diavolo usa contro noi stessi è la paura. La Vita Eterna non è qualcosa di tangibile, che si possa andare a visitare e poi sperare di ottenerla col duro lavoro: ci è stata rivelata e l'unica cosa che possiamo fare è aver fede e coltivare la fede. Persino nella vita reale ci sono persone che vedono il successo di un imprenditore partito dal basso, arricchito col duro lavoro, e pur avendo un riferimento tangibile preferiscono la scorciatoia della delinquenza. Questo esempio rende lo sforzo che dobbiamo fare per poter combattere da un lato la seduzione delle scorciatoie, dall'altro le nostre paure (la povertà, le malattie, la morte). Il Diavolo instilla in noi la paura e al contempo ci fornisce la sua soluzione, come in passato hanno fatto i dittatori, le sette millenaristiche, la stessa inquisizione. Dobbiamo discernere tra la paura e il timore, poichè è qui che si gioca la differenza.

Come Padre Talmelli ci ricorda, la beata Maria Bolognesi commentò l'apparizione di Fatima per chiedere la conversione della Russia al prezzo di un conflitto mondiale, non certo perchè Dio si volesse vendicare scagliando una guerra dal cielo, ma a causa dell'uomo. Infatti la conversione significa rispettare i comandamenti: non uccidere, non rubare, non essere falsi. Dio ci avvisa che siamo sulla cattiva strada e che ci stiamo preparando il castigo da soli: si comincia col rubare, sfruttare, uccidere, poi monta l'odio tra le famiglie, poi tra i paesi, poi tra le nazioni, e infine si scatena la guerra. Non dobbiamo avere paura di Dio perchè non è Lui il castigatore, ma timore di Dio e paura del castigo causato dagli uomini.

Può sembrare strano, ma l'arma con cui possiamo combattere il Diavolo e migliorarci è principalmente la preghiera. Le opere pie, la propensione verso il prossimo e il rispetto dei comandamenti arriveranno di conseguenza: Dio non adotta una logica "hic et nunc", ora e subito, perchè il Paradiso va guadagnato a partire da Adamo. Invece il Diavolo, che ancora una volta conosce le nostre debolezze (problemi materiali, egoismo, etc), approfitta della nostra impazienza per proporci tutto quello che chiediamo (salute, soldi, potere) e subito, ma al suo prezzo... Giova ricordare che molti santi sono morti giovani, quasi tutti nelle sofferenze.

Anche nel caso della preghiera, non dobbiamo adottare una visione distorta, cioè quella del mezzo che supera il fine. Non dobbiamo cioè attribuire alla liturgia o all'invocazione in se stesse una valenza miracolosa, perchè equivarrebbe a credere in un rito magico. Dio non ha bisogno di essere informato sui nostri desideri, nè possiamo sperare di addomesticare Dio al nostro volere tramite la preghiera. Quello che possiamo fare è pregare con intensità e qualità, offrendo al Signore le nostre sofferenze, le nostre rinunce e le nostre preoccupazioni, ma anche i nostri ringraziamenti. Non importa la quantità, è un processo che avviene col tempo e con l'autoeducazione, magari cominciando con un'Ave Maria che nel corso degli anni può diventare un intero Rosario. Se anche la nostra non è una preghiera perfetta, ma è fatta con devozione, rispecchierà quello che Dio ci chiede: una dimostrazione della nostra Fede, che tralaltro ha un compito autoeducativo. Infatti se non preghiamo mai, se non ci obblighiamo mai a dedicare 5 minuti all'autoriflessione, cosa facciamo per dimostrare un innalzamento spirituale, non solo a Dio, ma anche a noi stessi?